Dec 18, 2005

Comunicare l'architettura

“- Il pubblico si interessa di pittura e di musica, di scultura e di letteratura, ma non di architettura. Quell’intellettuale che si vergognerebbe di non conoscere un pittore del livello di Sebastiano del Piombo e impallidirebbe se lo tacciassero di ignorare un quadro di Matisse o una poesia di Eluard, si sente perfettamente a suo agio nel confessare di non sapere chi è un Buontalenti o un Neutra; - i quotidiani dedicano intere colonne ad un nuovo libro di Koestler o ad un’esposizione di Burri, ma ignorano l’edificazione di un nuovo palazzo anche se è opera di un rinomato architetto. E se ogni giornale che si rispetti ha una cronaca sistematica della musica, del teatro, del cinema e per lo meno una colonna settimanale sulle arti, l’architettura resta nella stampa la grande dimenticata; - come non esiste un’adeguata propaganda per diffondere la buona architettura, così non esistono strumenti efficaci per impedire la realizzazione di brutture edilizie. La censura funziona per i films e per la letteratura, non per evitare scandali urbanistici ed architettonici le cui conseguenze sono assai più gravi e più prolungate di quelle della pubblicazione di un romanzo pornografico; - eppure (qui cominciano le apologie) ognuno è padrone di chiudere la radio e disertare i concerti, di aborrire il cinematografo e il teatro e di non leggere un libro, ma nessuno può chiudere gli occhi di fronte all’edilizia che forma la scena della vita cittadina e porta il segno dell’uomo nella campagna e nel paesaggio.”

Bruno Zevi, L’ignoranza dell’architettura
in “Saper vedere l’architettura

È sempre attuale lo scarso interesse che la gente rivolge all’architettura e alla città non considerando l’importanza civile, sociale e culturale che essa riveste. L’impressione è che la tendenza generale nel nostro Paese sia quella di pensare con dedizione al proprio “tetto” trascurando ciò che accade all’esterno. Cambiamenti e molto spesso non cambiamenti, cura e non cura delle nostre città rischiano così di passare inosservati. E poi perché, considerando l’enorme vantaggio che tutti ne trarremmo. Il problema dell’anonimato paradossale in cui architettura ed urbanistica giacciono va dunque affrontato con grande sforzo affinché in Italia si torni a costruire, a costruire con qualità e soprattutto si inizi a sensibilizzare una comunità che ormai si è cristallizzata nella nostalgia di uno splendore passato e che non riesce o che non vuole andare oltre il recupero ed i favoritismi.
Un recente convegno svoltosi presso il Centro Studi di Architettura Villaggio Monte degli Ulivi di Riesi ha provato ad evidenziare il problema della comunicazione dell’architettura attraverso l’analisi dei diversi canali di informazione che, in tal senso, operano in Italia. Peccato che, escludendo gli invitati, i partecipanti siano stati davvero pochi (a riprova di ciò che fino ad ora abbiamo affermato). Tralasciando l’analisi dei singoli interventi (grande assente Franco Purini) vorremmo evidenziare tre punti fondamentali che a nostro parere sono emersi. 1) L'importanza sempre crescente che ormai riveste il web. Solo grazie ad internet infatti è possibile comunicare con rapidità, dare informazioni, prendere informazioni, creare dibattito e soprattutto abbassare i costi. Esperienze di giornali o riviste di approfondimento in rete, come antiTHeSi o come Spazio Architettura, non sarebbero possibili, noi stessi non saremmo possibili. Prestinenza Puglisi solo così ha potuto creare un portale su cui pubblicare tutti i suoi scritti ed i suoi ragionamenti, liberandosi finalmente dagli ostacoli e dall’ipocrisia in cui la critica italiana ormai giace. Solo così la presS/Tletter oggi è arrivata ad oltre diecimila iscritti. L’associazione Arcomai si proclama movimento in atto tra architettura e progetto urbano e si propone di “creare una presenza in grado di dare nuovamente all'architettura quel ruolo istituzionale che le spetta: saper essere strumento e misura di cambiamento.” 2) L’attività di alcune testate giornalistiche e di alcuni programmi televisivi di successo (Casamica, Nonsolomoda, Eraurbana) pur non addentrandosi nelle problematiche progettuali aiuta più delle riviste di settore, di cui l’Italia è piena, ad esplicitare tra i non addetti l’incidenza che l’architettura può rivestire nelle politiche di trasformazione di una città, di un territorio e quindi della sua comunità. Una superficialità di indagine giustificata dunque dalla fascia di utenti a cui si rivolge. 3) La quantità e la qualità dei progetti può essere incentivata solo attraverso una maggiore disponibilità delle amministrazioni ed una puntuale sensibilizzazione di tutti i cittadini. I concorsi d’architettura, indetti e pubblicizzati, influenzerebbero sia l’operato dei progettisti sia l’attenzione della gente. Ciò che in altri Paesi europei, da anni, è regolamentato da normative e da strumenti in Italia ancora tarda a diventare routine.
Qualcosa pare stia iniziando a cambiare, ma, speriamo per noi che non si traduca in una delle consuete formule italiane.

Dec 9, 2005

CineMaratona Discarica Culturale

Prima CineMaratona Discarica Culturale. Si svolgerà mercoledì 14 dicembre a partire dalle ore 22:00 presso la sala conferenze di Palazzo Impellizzeri, Via delle Maestranze 99, Siracusa.



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